Innovazione, Damosso: "I cluster piemontesi fanno squadra sulle nuove sfide"
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Il direttore dell'Environment Park: "I sette poli regionali si organizzano per andare al di là dei singoli settori verticali. Integrando le competenze sarà possibile cogliere nuove opportunità e avere una voce unica nei confronti dei policy maker"
25 Ott 2022
Antonello Salerno
Il percorso dei poli d'innovazione in Piemonte è partito nel 2009, e da allora si è sviluppato fino ad arrivare, oggi, a coinvolgere direttamente 1.200 imprese e tutti gli enti accademici e di ricerca del territorio. Solo per fare qualche numero, parliamo di oltre 1.300 progetti realizzati fin qui in ambito regionale, e di circa 100 progetti europei che vedono coinvolte aziende dei poli d'innovazione locali. Proprio l'esperienza maturata in oltre 13 anni ha reso evidente, oggi, la necessità di un cambio di passo, di un nuovo modo di affrontare l'innovazione che non sia più strettamente "verticale", ma che faccia della contaminazione e dello scambio di competenze uno dei propri punti di forza. Parliamo così della decisione di "fare sistema" che coinvolge i sette poli l'innovazione piemontese: si tratta dei cluster Agrifood (per l'agroalimentare, gestito da Miac), BioPmed (scienze della vita e della salute, gestito dal Bioindustry Park Silvano Fumero), CGreen (chimica verde e nuovi materiali, gestito dall'Ats tra i consorzi Proplast e Ibis e da Pst), Clever (energia e tecnologie pulite, gestito dall'Ats tra Environment Park Spa e Consorzio Univer), Mesap (smart products and manufacturing, gestito dal Centro Servizi Industrie), Pointex (tessile, gestito da Città Studi) e Polo Ict (tecnologie dell'informazione e comunicazione, gestito da Fondazione Piemonte Innova. A spiegare il progetto a CorCom è Davide Damosso, direttore di Environment Park.